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Passi verso il 21 marzo – 2° puntata: Nicholas Green

Proseguiamo con la pubblicazione dei video che ci accompagnano verso la giornata del  21 marzo, in cui Libera celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L’iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.
Dal 1996, ogni anno, una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano.

Il presidio di Libera “Domenico Petruzzelli” di Novi Ligure ha deciso di avvicinarsi alla data pubblicando sui social i video realizzati in collaborazione con il “teatro della Tuta” di Arquata Scrivia lo scorso anno.
Il progetto si chiama “Assenti senza giustificazione” con testi tratti dal libro di Rosario Esposito La Rossa (Edizioni EL – Einaudi Ragazzi). Riprese effettuate presso il Teatro Civico di Gavi (AL) Con la partecipazione degli allievi dei corsi di recitazione dell’Accademia della Juta Classi del Teatro della Juta e Teatro Civico di Gavi RAFFAELLO BASIGLIO – Nicholas Green DAVIDE PIERPAOLO CHIAPUZZI – Genny Casarano CHIARA GIOVANNINI – Annalisa Durante IVAN MONESE – Giuseppe Letizia LINDA MORANDO – Prof. Ruoppolo BARBARA PICCOLI – Palmina Martinelli GIADA TRAVERSO – Rita Atria Riprese e montaggio – Enzo Ventriglia teatrodellajuta@gmail.com

Passi verso il 21 marzo con “Assenti senza giustificazione”

Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L’iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.
Dal 1996, ogni anno, una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano.

Il presidio di Libera “Domenico Petruzzelli” di Novi Ligure ha deciso di avvicinarsi alla data pubblicando sui social i video realizzati in collaborazione con il “teatro della Tuta” di Arquata Scrivia lo scorso anno.
Il progetto si chiama “Assenti senza giustificazione” con testi tratti dal libro di Rosario Esposito La Rossa (Edizioni EL – Einaudi Ragazzi). Riprese effettuate presso il Teatro Civico di Gavi (AL) Con la partecipazione degli allievi dei corsi di recitazione dell’Accademia della Juta Classi del Teatro della Juta e Teatro Civico di Gavi RAFFAELLO BASIGLIO – Nicholas Green DAVIDE PIERPAOLO CHIAPUZZI – Genny Casarano CHIARA GIOVANNINI – Annalisa Durante IVAN MONESE – Giuseppe Letizia LINDA MORANDO – Prof. Ruoppolo BARBARA PICCOLI – Palmina Martinelli GIADA TRAVERSO – Rita Atria Riprese e montaggio – Enzo Ventriglia teatrodellajuta@gmail.com

Ecco il primo video.

Un laboratorio per progettare il riutilizzo dei beni confiscati

Dopo Torino, la provincia di Alessandria è quella che conta la presenza del maggior numero di beni confiscati alla criminalità nel suo territorio. Il tema del riutilizzo dei beni confiscati è, e sarà sempre di più, un tema fondamentale per gli enti locali e per il tessuto associazionistico provinciale. Per questo l’associaizone Parsifal, che da tempo gestisce Cascina Saetta, il primo bene riutilizzato nella nostra provincia, ha organizzato un laboratorio di progettazione collaborativa.

Il corso si svolgerà sabato 11 dicembre presso la sala consiliare del comune di Bosco Marengo, in orario 10.45 – 12.30.

Il laboratorio è aperto a tutte e tutti gli appartenenti alle reti associative. La proposta di laboratorio nasce dall’esperienza fatta da Augusta Cavigliasso (curatrice del progetto) relativa al percorso di formazione per tutor di progettazione partecipata e democrazia deliberativa, insieme ad un gruppo di operatori volontari di servizio civile del Comune di Alessandria. Con l’aiuto di un Canvas model, strumento di progettazione collaborativa, sono state elaborate alcune suggestioni molto interessanti sull’utilizzo dei beni confiscati e in generale per i beni comuni. Durante l’incontro, i giovani operatori volontari illustreranno i contenuti del canvas. L’obiettivo è la condivisione, nell’ottica di un lavoro di rete che consenta di dare voce a tutti e tutte, sul tema della restituzione e gestione dei beni. Questo momento sarà un utile confronto per progettare insieme alle associazioni e agli enti locali.

Per partecipare alla mattinata è necessario essere in possesso di green pass e iscriversi utilizzando questo link, anche da smartphone: https://form.jotform.com/213253567748363

abstract:
Cosa: laboratorio di progettazione collaborativa
Dove: sala consiliare del Comune di Bosco Marengo, Via San Pio 5.
Quando: sabato 11 dicembre 2021 ore 10.45-12.30
organizzatore: Associazione APS Parcival
referente: Augusta Cavigliasso
Info line: 335 1984355

Assemblea provinciale di Libera, rinnovate le cariche

Si è svolta sabato 20 novembre presso la Casa di Quartiere di Alessandria l’assemblea provinciale di Libera, la rete di associazioni antimafia fondata da Don Ciotti.

Numerosa la partecipazione da parte degli aderenti all’associazione e da parte dei referenti delle altre associazioni presenti nel territorio.

All’assemblea ha partecipato Maria Josè Fava, referente regionale di Libera. La coordinatrice provinciale Paola Sultana ha relazionato sullo “stato di salute” di Libera a livello provinciale, e all’impegno per i prossimi mesi. Tra i punti più importati la lotta al gioco d’azzardo, dopo la nuova liberalizzazione voluta dalla giunta regionale, il monitoraggio dei numerosi beni sequestrati alla criminalità organizzata in provincia, la formazione sui temi della responsabilità sociale, il monitoraggio dei fondi del Pnrr. “Attenzione: quando arrivano i soldi, arriva la mafia”, ha detto Maria Josè Fava.

L’assemblea ha confermato il coordinamento di Paola Sultana, che sarà ora affiancata in questo ruolo da Fabio Lenti, il giovanissimo (18 anni) fondatore del presidio studentesco presso la scuola Saluzzo Plana di Alessandria.

Rinnovata anche la segreteria provinciale e affidati i compiti all’interno della struttura provinciale. Augusta Cavigliasso e Valentina Avvento si occuperanno dei rapporti con la scuola e la formazione, Carlo Piccinini e Rosangela Conte dei beni confiscati, Andrea Vignoli e Giulia Vuillermoz della comunicazione, Anna Bisio del tesseramento.

Martedì 26 ottobre a Bosco Marengo il punto sui beni confiscati alla criminalità organizzata

Il comune di Bosco Marengo, unitamente a Libera, la rete di associazioni antimafia, e l’associazione Parcival, organizzano per martedì 26 ottobre alle ore 11.00 presso il complesso monumentale di Santa Croce, un incontro sui beni confiscati alla criminalità organizzata presenti sul territorio della Provincia di Alessandria e sulle prospettive per il loro riutilizzo sociale.

All’incontro, che si terrà nella sala Gorbacev del complesso monumentale di Santa Croce, interverranno Francesco Zito, Prefetto di Alessandria, Gianfranco Gazzaniga Sindaco del Comune di Bosco Marengo, Simona Ronchi Direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati, sede di Milano, Paola Sultana referente provinciale di Libera, Carlo Piccini, referente del bene confiscato di Bosco Marengo, Rosangela Conte, Presidente dell’associazione Parcival che ha in gestione “Cascina Saetta”.

Il sig. Prefetto illustrerà l’attività svolta dallo “sportello informativo e di orientamento” attivato presso la Prefettura nel mese di luglio in collaborazione con l’UPO – Dipartimento di Studi Giuridici, politici, economici e sociali. Simona Ronchi interverrà sul ruolo e le funzioni della sua agenzia.

L’incontro sarà anche l’occasione per fare il punto sul riutilizzo di Cascina Saetta, il primo bene confiscato e riutilizzato in provincia di Alessandria.

L’iniziativa è rivolta in particolare ai Comuni ed agli Enti del Terzo Settore e del privato sociale che sono i soggetti direttamente interessati nel procedimento di assegnazione e riutilizzo sociale dei beni confiscati.

Chi volesse  intervenire è pregato di  comunicare la partecipazione entro il 25 ottobre  al numero telefonico 0131299342 o all’indirizzo mail info@comune.boscomarengo.al.it.

L’ingresso è consentito solo se in possesso di Green Pass.

‘Ndrangheta, maxi confisca per Sofio e Grutteria

Il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto la confisca dei beni riconducibili a Orlando Sofio e Marianna Grutteria: l’intero capitale sociale e patrimonio aziendale di un’impresa operante nel settore delle pulizie industriali e civili, di un fabbricato e di un terreno siti in provincia di Alessandria, nonché di conti correnti, beni mobili registrati e posizioni finanziarie riconducibili agli interessati per un valore complessivo di 2 milioni di euro.

I due novesi (Orlando è di Novi, Grutteria di Serravalle) erano stati arrestati nel 2016 nell’ambito dell’operazione Alchemia che aveva svelato le trame della cosca Raso-Gullace-Albanese sul nord-est.

Orlando era stato ritenuto l’uomo di fiducia del boss Carmine Gullace nel nord italia. Entrambi di origine calabrese, Sofio e Grutteria sono stati condannati nel luglio 2020 per associazione a delinquere semplice, senza l’aggravante mafiosa, nel processo “Alchemia”. A Sofio sono stati inflitti 5 anni e 3 mesi di carcere, mentre alla sua compagna 3 anni di reclusione.

I pm hanno fatto appello perché secondo la Divisione investigativa Antimafia i due imputati dovrebbero essere condannati anche con l’aggravante dell’associazione mafiosa perché ritenuti organici alle cosche Raso-Gullace-Albanese e Gagliostro-Parrello. Orlando Sofio avrebbe gestito le imprese riconducibili alla ‘ndrangheta ed era considerato dalla Dia l’accompagnatore e “telefonista” del boss Carmelo “Nino” Gullace, mentre la Grutteria sarebbe stata, secondo gli inquirenti, a completa disposizione delle cosche di Palmi.

Con Libera a Bosco Marengo la pastasciutta antifascista

Il 25 luglio del 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene destituito e arrestato. Dopo 21 anni terminava il governo del Partito Fascista. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Pietro Badoglio come nuovo capo del governo.

I Cervi non vennero immediatamente a conoscenza della notizia della caduta di Mussolini perché impegnati nei campi, ma fu sulla via del ritorno a casa che incontrarono numerose persone in festa.

Sebbene sapessero che la guerra non era davvero terminata, decisero di festeggiare comunque l’evento, un momento di pace dopo 21 anni di dittatura fascista. Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta.

Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine pronti a distribuirla alla gente del paese. Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso.

Pochi mesi dopo, i fascisti della repubblica di Salò fucilarono i sette fratelli Cervi: Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore. Avevno un’età compresa tra i 42 e i 22 anni.

Da allora, il giorno in cui ricorre l’anniversario della caduta del fascismo, la grande pastasciuttata della famiglia Cervi si rinnova, per ricordare e celebrare i valori dell’antifascismo.

Il 25 luglio, grazie a Libera, all’associazione Parsifal e all’Anpi, la pastasciutta antifascista avrà luogo anche a cascina Saetta, il bene sequestrato alle mafie a Bosco Marengo.

L’ingresso sarà ad offerta, e la pasta sarà quella a marchio Libera Terra, coltivata su terreni confiscati alla criminalità mafiosa. La pasta sarà servita con il tradizionale condimento a base di burro e parmigiano, e anche con il pesto di cavolo nero e noci oil pesto di cipollina e nocciole, prodotti a marchio Cascina Saetta perché realizzati con le verdure coltivate nell’impianto acquaponico della cascina. La cena sarà servita a partire dalle 20, per informazioni e prenotazioni 335.7771549 oppure geoales@libero.it

Al teatro della Juta si ricorda Paolo Borsellino

A 29 anni esatti, 19 luglio 1992, dalla scomparsa di Paolo Borsellino il Teatro della Juta di Arquata Scrivia propone uno spettacolo per non dimenticare e continuare a lottare.

Uno spettacolo che racconta,con la delicatezza e il rispetto dovuti, la vita del magistrato Borsellino attraverso la descrizione dell’uomo Paolo, un uomo tutto d’un pezzo, che non accetta compromessi, dal forte rigore morale. Un uomo semplice, diventato eroe, il cui lavoro però non è ancora finito.

E’ una storia di parole, fatti, speranze, delusioni, numeri. Numeri che raccontano i kg di tritolo, i mafiosi condannati grazie al lavoro di Paolo e di Giovanni Falcone. Dopo la morte dell’amico e collega il coraggio è ciò che spinge,nonostante la paura, il giudice Paolo Borsellino a compiere fino in fondo il proprio dovere di magistrato e di uomo, perché pubblico e privato si contaminano sempre nella sua vita: i pensieri del giudice si rispecchiano in quelli dell’uomo e viceversa. Ricordi degli amici e colleghi perduti in questa dolorosa, ma necessaria battaglia.

E’ una storia fatta di parole e suoni, musiche e immagini. Lo spettacolo si svolgerà presso la Nuova Arena del Teatro della Juta di Arquata Scrivia. In caso di maltempo gli spettacoli si volgeranno all’interno. Ingresso 8 euro.

Prima dello spettacolo, sarà fatta una breve introduzione da parte dei volontari di Libera, la rete di associazioni antimafia.

“Pensa alla salute”: poche le risposte arrivate dalla Regione Piemonte

“Pensa alla salute”, è la campagna lanciata da Libera Piemonte nel dicembre del 2020, rivolta alle Istituzioni regionali per ottenere la totale trasparenza e fruibilità dei dati relativi alla spesa pubblica regionale durante l’emergenza Covid e di quelli inerenti alla costruzione dei nuovi Parchi e Città della Salute.

Sono passati ormai 8 mesi dal suo lancio, nonostante una serie di interlocuzioni con la Regione Piemonte, poche risposte sono state fornite sul lato spesa COVID-19.

La Regione, infatti, non ha saputo, o comunque non è riuscita a ricostruire, la totalità della spesa pubblica regionale in coerenza con le risorse messe a base d’asta per affrontare l’emergenza sanitaria.

Ad oggi, abbiamo ottenuto solo la rendicontazione chiara e comprensibile dei 21 milioni di euro raccolti da fondi privati e destinati alla sanità.

Se per fondi privati oggi possiamo sapere come sono stati investiti, non possiamo dire lo stesso per quelli pubblici. Le risorse pubbliche messe a base d’asta e destinate al Piemonte per fronteggiare le esigenze sanitarie – di natura straordinaria e derivanti dall’emergenza Covid-19 – sono naturalmente molto elevate e raggiungono quota 1,4 miliardi di euro.

Nonostante le diverse richieste inoltrate alla Regione, i diversi momenti di confronto e incontro, nessuna risposta completa di analisi e di quadro univoco di spesa è stata fornita.

I dati raccolti dalle stazioni appaltanti non sono completi e correttamente indicizzati, e questo ha messo purtroppo le regione non in condizione di verificare puntualmente la destinazione dei fondi. Si tratta di una gravissima mancanza organizzativa. Senza una specifica targhettizzazione Covid la ricostruzione della spesa, al momento, sembra essere un compito irraggiungibile.

La cosa certa è che noi, cittadine e cittadini, non riusciamo a ricostruirlo con i dati in possesso.

Gli esiti ottenuti ci protano a dire che manca la volontà di andare oltre gli obblighi normativi (non sempre soddisfatti) al fine di ottenere una fruibilità davvero integrale, coerente ai principi della normativa della prevenzione della corruzione. L’incapacità di ricostruire la spesa sostenuta rende complesso valutare come si sia effettivamente gestita l’emergenza pandemica non solo dall’esterno, ma anche come autovalutazione dell’ente rispetto alla situazione, strumento utile a orientare le decisioni anche per il futuro.

Nonostante le risposte alle nostre istanze non siano arrivate, non ci siamo scoraggiati. Convinti dell’importanza di ricostruire la spesa destinata al Covid, abbiamo attivato un lavoro di monitoraggio civico.

Con un gruppo di volontari del settore Common del Gruppo Abele e di Libera abbiamo passato in rassegna i dati pubblicati, delle quasi 80 stazioni appaltanti, che devono renderli pubblici per adempiere alle norme anticorruzione.

Il lavoro di ricerca non ha portato, però, a ricostruire la destinazione dei 1,4 miliardi arrivati in Piemonte per fronteggiare l’avanzata della pandemia nella nostra Regione.

Considerati il lavoro di analisi e le problematiche riscontrate nella ricostruzione dei flussi di spesa avanziamo alcune proposte per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro e per garantire un’amministrazione della Sanità realmente trasparente e di facile lettura, per tutti.

1) Per le emergenze, incluse quelle sanitarie come lo è stata quella COVID-19, lo Stato dovrebbe organizzare una raccolta dati collettiva e semplificata, per evitare che nelle deroghe al codice dettate dall’emergenza si generi confusione e con essa aumenti il rischio corruttivo.

2) Anche in assenza della promessa centralizzazione e riduzione del numero delle stazioni appaltanti, la Regione dovrebbe poter condurre e raccontare un controllo più sostanziale che formale.

3) Occorrerebbe che si lavorasse insieme, Enti pubblici e organizzazioni della società civile, per generare tavoli di confronto e lavoro comune sui dati pubblici al fine di rispondere al meglio a domande di trasparenza che arrivano dal basso

“Pensa alla salute” non si fermerà e continuerà il suo percorso di monitoraggio, di collaborazione con gli enti pubblici, di richiesta di un portale della trasparenza per i parchi e città della salute e di patti di integrità per arginare interessi corruttivi e mafiosi che possano interferire sul diritto alla salute dei cittadini piemontesi.

Dieci passi verso la legalità

In occasione del decimo anniversario del Progetto podistico-turistico-culturale “Uniamo la Provincia”, promosso da Uisp e Libera, avrà luogo l’incontro “Dieci passi verso la legalità” volto a ricordare l’importante gesto civico avvenuto nel 2011.

In quell’anno, i podisti si misero in azione per un progetto molto ambizioso: in 60 giorni di corsa toccarono tutti i 190 Comuni della Provincia di Alessandria.

I fondi raccolti da “Uniamo la Provincia” furono destinati alla ristrutturazione di Cascina Saetta, il primo bene confiscato in Provincia di Alessandria presso il comune di Bosco Marengo. Un piccolo immobile il cui recupero sociale e produttivo rappresenta il simbolo di una risposta ferma, inequivocabile e trasversale di tutto il territorio alla mafia.

Oggi Cascina Saetta ospita un impianto didattico di acquaponica ed è gestita dall’associazione Parcival, che promuove la partecipazione civica nella provincia.

Sabato 26 giugno una rappresentanza degli appassionati che 10 anni fa “fecero l’impresa” si ritroveranno a Bosco Marengo, per una corsa simbolica dalla sede comunale a Cascina Saetta, che oggi ha nuova vita grazie anche al loro impegno di 10 anni fa.

Ecco il programma dell’evento:

• Ore 10.30 ritrovo presso il Comune di Bosco Marengo, con saluto del Sindaco Gianfranco Gazzaniga

• Ore 10.40 piccola corsa (3 km circa) in sicurezza verso Cascina Saetta

• Ore 11: Arrivo e accoglienza da parte dei volontari di Libera, la rete di associazioni antimafia