La maggioranza in Consiglio Regionale del Piemonte accelera sulla modifica della legge 9/2016, approvata nella scorsa consiliatura all’unanimità, per contrastare il Gioco d’azzardo patologico.
Nella riunione dei Capigruppo è stato stabilito di calendarizzare in Aula la discussione della proposta di legge, a prima firma Claudio Leone che, di fatto, smantella totalmente quella del 2016. La scelta della Capigruppo bypassa la discussione nelle commissioni e la porta direttamente in Consiglio.
Un brutto segnale che ha come effetto diretto l’esclusione dalle audizioni dei rappresentanti della società civile, assicurata dal Presidente del Consiglio Regionale Allasia, a seguito della mobilitazione del giugno 2020 in difesa degli effetti positivi dell’impianto normativo approvato solo 5 anni fa.
Non tiene inoltre in alcun conto delle risultanze convergenti – presentate in audizione con le Commissioni consiliari regionali nelle scorse settimane – di tutte le analisi scientifiche svolte con rigore e sulla base di dati oggettivi forniti dai Monopoli di Stato da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali per il Piemonte, dell’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze del Piemonte, del Dipartimento Patologia delle dipendenze dell’ASL TO3 e dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro regionale, che dimostrano in modo inoppugnabile l’efficacia preventiva e di contrasto della Legge, senza un significativo impatto sul versante occupazionale.
Ancor peggio, l’iter di discussione in aula potrebbe vedere il contingentamento dei tempi, in modo da superare velocemente gli emendamenti che verranno probabilmente presentati. Un’urgenza incomprensibile, in un periodo di emergenza sanitaria, che blocca le attività del parlamento piemontese fino all’approvazione della nuova proposta di legge.
Continuiamo a opporci alla modifica perché riteniamo che quella in vigore sia una buona legge, capace, come ampiamente dimostrato, di produrre ottimi risultati, negli anni della sua applicazione, risultati che hanno portato il Piemonte all’avanguardia in Italia sul fronte della riduzione della dipendenza dall’azzardo.
La modifica “Leone” è un’abrogazione totale della 9/2016, nonostante essa abbia permesso di contrastare il gioco d’azzardo patologico, il sovraindebitamento e il riciclaggio delle mafie nel settore. Azzerarla, in un momento di crisi economica, aumenterebbe esponenzialmente l’offerta del gioco e la possibilità per i piemontesi di cadere nella falsa speranza di risolvere i problemi attraverso l’azzardo.
L’azione di smantellamento si fonda sull’eliminazione della cosiddetta “retroattività” (l’applicazione del criterio delle distanze dai “luoghi sensibili” anche agli esercizi con licenze antecedenti la Legge, quasi tutti…) e sulle limitazioni di orario di funzionamento degli apparecchi automatici di gioco, disposte dai Comuni, asserendo che queste misure:
- avvantaggerebbero il gioco illegale, gestito dalle organizzazioni mafiose
- avrebbero creato una crisi occupazionale nel settore del gioco in denaro.
Elementi che, a nostro avviso, non trovano riscontro nei dati disponibili.
Sul primo punto, infatti, non esistono evidenze scientifiche e/o giudiziarie che manifestino un effetto sostituzione da parte del crimine organizzato nel settore degli apparecchi automatici di gioco.
Sul secondo punto, quello relativo agli ipotetici effetti nefasti sull’occupazione, sottolineiamo come la legge 9/2016 prevedesse congrui periodi di differimento di entrata in vigore del cosiddetto “distanziometro”:
1 anno e mezzo per bar e tabacchi,
3 anni per le sale giochi con licenza antecedente il 1 gennaio 2014
(addirittura) 5 anni, per quelle sale slot con licenza successiva a quella data. Termine quest’ultimo che scade il prossimo mese.
I dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro regionale presentati in audizione poche settimane orsono dimostrano la stabilità dei livelli occupazionali nel settore, sia per quanto riguarda gli esercizi generalisti (tabacchi, bar…) che per quanto riguarda gli esercizi dedicati in via esclusiva al gioco in denaro.
Nonostante ciò, nella consapevolezza delle eventuali future ricadute occupazionali conseguenti all’applicazione completa dell’attuale legge, chiediamo che si cerchino soluzioni virtuose, in linea con l’art. 41 della Costituzione, dove si ribadisce che la libera iniziativa privata «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». Ricordiamo a questo riguardo che sono ora a disposizione ingenti risorse per il sostegno economico e di riconversione produttiva.
Chiediamo quindi alla maggioranza del Governatore Alberto Cirio di non procedere con quest’opera di smantellamento della legge 9/2016, di mantenere le promesse fatte mesi fa e di ascoltare le ragioni delle realtà che da anni si battono contro il gioco d’azzardo patologico, il sovraindebitamento, e le mafie.
Difendiamo gli effetti di una buona legge e non accettiamo che si scommetta sulla salute dei piemontesi.
Acli
Commissione regionale Pastorale sociale e del lavoro Piemonte e VdA
Avviso Pubblico
Libera Piemonte
Gruppo Abele
SIDT Società Italiana Tossicodipendenze
FederConsumatori Piemonte
La Scialuppa CRT Onlus
Fondazione San Matteo. Insieme Contro l’usura Onlus
Movimento Focolari Piemonte
Slot Mob.
Azione Cattolica Piemonte e VdA
Cittadinanzattiva del Piemonte
Comunità Cenacolo
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