Terra: solchi di verità e giustizia. Questo il tema dell’ultima giornata della memoria e dell’impegno promossa da Libera Piemonte lo scorso 21 marzo a Saluzzo: pomodori, migranti, caporali, sfruttamento paramafioso, fragilità…
E c’erano di nuovo 18 persone stipate nel cassone del furgone fermato in viale Giulio Monteverde ad Alessandria. Per diversi giorni Carabinieri e Municipale si erano appostati per seguire i movimenti di piccoli gruppi di uomini che tutte le mattine si radunavano sempre intorno alle 9 del mattino. A muoverli, la chiamata di chi gestiva un traffico di lavoro nero per la raccolta dei pomodori. Due uomini italiani di circa 50 anni, “i caporali” che andavano a prendere i richiedenti asilo e li portavano nei campi tra Spinetta e Pozzolo Formigaro. Arrivati a destinazione, intorno alle 10 del mattino, i ragazzi iniziavano la giornata di lavoro sotto il sole nei campi di tre produttori locali per raccogliere i pomodori, che i due caporali rivendevano poi a Milano.
I richiedenti asilo lavoravano circa 7 ore per raccogliere quanti più pomodori possibile. Tutti in nero, venivano pagati dai caporali “a cassetta” che, a seconda delle dimensioni, poteva valere da 50 a 75 centesimi. Scoperta l’attività di reclutamento, trasporto e utilizzo di manodopera “in nero”, questa estate è scattato il blitz che ha fermato il furgone usato per raggiungere i campi, quella mattina carico di 18 richiedenti asilo, risultati tutti privi di contratto. Sequestrato il mezzo, i due conducenti sono stati denunciati per intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo di persone in condizioni di bisogno e dovranno rispondere anche di violazioni amministrative per 39 mila euro. Le indagini, comunque, non sono concluse, ha precisato il Comandante dei NIL.
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