Quel 19 luglio eravamo a Eaubonne, Comune francese poco a nord di Parigi, in una route estiva dell’Agesci Alessandria 1. Ospiti in una sede degli Scout de France, stavamo per ripartire alla volta di Parigi con la linea dell’RER, quando uno dei responsabili del gruppo scout francese ci viene incontro. Ricordo ancora benissimo quel viso cupo, di quelli che vedi quando ti devono annunciare la scomparsa di una persona cara:
“Une bombe à Palerme … Ils ont tué Borsellino!”
Noi rimaniamo lì, doppiamente inebetiti. Per l’attentato senz’altro, ma forse soprattutto per la partecipazione così intensa da parte di una persona straniera (seppure scout come noi), in un paese straniero (seppure così vicino), che non ci aspettavamo di vedere così sconvolta per un fatto che noi, ragazzi ventenni italiani cresciuti tra i morti ammazzati da stragi di terrorismo e di mafie, avevamo imparato a percepire come quasi normale.
“Quasi normale”…. A dirlo oggi un po’ c’è da vergognarsi, ma fino ad allora bisogna ammettere che in molti casi era stato purtroppo così. Ci si abitua a tutto, soprattutto se vivi per vent’anni con la cronaca nera in prima pagina. E anche questa volta forse ci si sarebbe aspettati che una qualsiasi verità, magari un altro scontato “… Se l’è cercata lui” sibilato dal politico di turno, per molti sarebbe stato sufficiente per accettare anche questa ennesima uccisione.
Ma quella volta fu diverso.
Qualcosa cambiò per sempre la storia della Sicilia, del nostro Paese e del nostro sentire di Italiani. Il 19 luglio del 1992 è una data che non si può dimenticare, è incisa nelle nostre coscienze.
Quel giorno morirono Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Ma quel giorno tanti si sentirono colpiti e feriti. La strage di via D’Amelio suscitò una reazione forte e decisa da parte di molte persone che proprio da quel giorno decisero di non arrendersi. Compreso il sottoscritto.
Fiammetta Borsellino, in una intervista rilasciata di recente, ci ha consegnato un messaggio: “Vogliamo la verità, non una qualsiasi verità”.
Noi vogliamo essere al suo fianco nella richiesta di verità e giustizia, come vogliamo esserlo al fianco dei tanti familiari che ancora oggi non conoscono il perché di tanto dolore.
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