«Non vogliamo combattere le mafie: vogliamo sconfiggerle, sono un cancro che deve morire. La precondizione per farlo è la giustizia sociale». Così Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale di “Miseria ladra”, sulla campagna lanciata da Libera e dal Gruppo Abele quasi due anni e mezzo fa. Nel tempo ha fatto rete: oggi aderiscono centinaia di realtà associative, politiche e amministrazioni locali. L’obiettivo, come si legge sul sito internet nazionale dedicato alla campagna, è quello di «rendere illegale la povertà».
Una condizione che «toglie dignità» e, invece di essere bandita, «si sta normalizzando». «Dobbiamo lottare perché le persone escano dalla miseria. Dobbiamo abbracciare la vittima: il numero di suicidi in questo paese è triplicato con la crisi. C’è un grande sentimento di solitudine». Ed è proprio su quel sentimento, a cui lo Stato non trova risposta, che si innestano le mafie. «È qui che diventano più forti, perché acquisiscono il potere enorme di sostituirsi allo Stato, dando welfare e lavoro ai cittadini».
Per tagliare le gambe alla criminalità organizzata “Miseria ladra” si propone di agire su più fronti. «Sul territorio possiamo solo tamponare, lavorando a stretto contatto con i sindaci bloccati dal patto di stabilità. A Pavia abbiamo ottenuto la residenza per i senza fissa dimora (che oltre ad essere poveri, non esistono come esseri umani). A Trezzano sul naviglio, un comune con infiltrazioni ‘ndranghetiste, abbiamo lanciato l’esperienza di Ri-maflow una fabbrica recuperata dai lavoratori con cui stiamo facendo due progetti bancari della legalità e stiamo mettendo a punto un centro di recupero dei materiali elettrici e elettronici. A Palermo con Emmaus siamo riusciti a costruire nell’ex fiera uno spazio per capi di abbigliamento usati. Abbiamo fatto formazione nelle piazze di Ballarò e Zen. A Pomigliano d’Arco con il parroco e i lavoratori abbiamo costituito la cassa di mutuo soccorso per i lavoratori licenziati».
C’è la consapevolezza, però, che per battere la povertà le soluzioni tampone non bastano. «Se vogliamo sradicarla, dobbiamo capire le cause della sua riproduzione. All’interno di queste politiche economico-sociali non si può garantire la dignità ai cittadini », incalza De Marzo. Che fare, allora? Misera ladra propone di rifinanziare il Fondo per le politiche sociali tagliato per il 58% dal 2008 al 2014, in piena crisi. Ma soprattutto c’è il reddito minimo garantito, prima proposta del manifesto “Contromafie” di Libera. «Noi lo chiamiamo reddito di dignità ed è una misura presente in 26 paesi europei su 28. Smettiamola di dire che non ci sono i soldi, perché non è vero. È una scelta politica: basterebbe prendere15 miliardi dalla fiscalità generale». Il 17 ottobre Miseria ladra sarà in piazza per rivendicare le sue priorità. «Ma a me interessa il 16 o il 18: il lavoro quotidiano», conclude De Marzo.
Le iniziative in Piemonte:
Torino – Il 16 ottobre presso la Fabbrica delle E, Corso Trapani 91, alle ore 20:00
Ovada (AL) – In piazzetta Peppino Impastato il 17 ottobre a partire dalle 9:00
Asti – In Piazza San Secondo il 17 ottobrea partire dalle ore 15:00
Biella – Presso il Cantinone Della Provincia il 17 ottobre alle ore 17:00
Cuneo – Presso il Qi, Centro aggregazione giovanile, il 17 ottobre in Cso V. Emanuele II n.33 alle 17:00
Alessandria – Il 22 ottobre in Piazza Fabrizio De André alle 19:00, presso Ass. Cultura e Sviluppo
LA DELIBERA DI ADESIONE ALLA CAMPAGNA DEL COMUNE DI ALESSANDRIA
Il presidio di Alessandria del 22 ottobre:
on Ott 17th, 2015 at 7:35 am
[…] 17 OTTOBRE 2015: GIORNATA MONDIALE CONTRO LA POVERTA’ […]