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Ritornano le confische per i Gaglianò di Tortona

Ad alcuni anni di distanza dalle condanne del 2007, dai primi provvedimenti di sequestro del 2010, seguiti del successivo dissequestro del 2011, un nuovo arresto per estorsione sempre nel 2011, ora beni per due milioni e mezzo di euro sono stati nuovamente confiscati dalla Dia di Genova ai fratelli pregiudicati Aldo ed Ercole Gaglianò, che la Corte d’Appello di Reggio Calabria indica essere stati affiliati alla famiglia Facchineri (‘ndrangheta) fin dagli anni ottanta.
Il fatto è stato reso noto lo scorso 13 febbraio 2015. Tuttavia, pur riconoscendo l’indole violenta dei due pregiudicati ed il loro legame con la ‘ndrangheta (interessante leggere sulla sentenza il passaggio di sfumature tra i concetti di “appartenenza” e “partecipazione” all’associazioe mafiosa), nessuna misura antimafia è stata emessa a loro carico in quanto, si legge nella sentenza, il fatto che i due risiedano da molto tempo al Nord, non consente che sia sufficientemente provata l’attualità dell’apparteneza al sodalizio mafioso e quindi l’attualità della loro pericolosità in quanto mafiosi.Ville Gaglianò confiscate a Tortona
Un ennesimo caso di giustizia altalenante e contraddittoria per i fatti di mafia del Nord. Per altro con lo stesso provvedimento sono arrivate anche nuove e pesantissime confische (immobili, auto di lusso, conti correnti) a carico dei due e dei loro famigliari, tra Tortona, in provincia di Alessandria e Cittanova, Reggio Calabria.
Il padre dei due, Giuseppe, fu ucciso a Genova nel 1978 nell’ambito della “faida di Cittanova” che contrapponeva la ‘ndrina Facchineri a quella Raso-Gullace-Albanese (ancora oggi ben radicati in Liguria e basso Piemonte), e un fratello, Luciano, venne assassinato nel 1991, sempre a Genova, da esponenti del clan mafioso siciliano Fiandaca-Emmanuello (quelli del bene confiscato a Bosco Marengo), ritenuto legato alla famiglia gelese dei Madonia (mandanti dell’omicidio del giudice Antonino Saetta e del figlio Stefano – nato ad Acqui Terme – nel settembre del 1988).
Per Aldo e Ercole Gaglianò la Corte di Appello di Reggio Calabria ha disposto la confisca dei beni, ritenuti di provenienza illecita e di valore sproporzionato rispetto alla situazione patrimoniale accertata e quella reddituale loro, delle mogli e dei figli.
Nei mesi scorsi, proprio i legami portati alla luce dalla Questura di Alessandria tra i fratelli Gaglianò ed il noto imprenditore tortonese Francesco Ruberto, avevano portato  quest’ultimo ad essere sottoposto ad un provvedimento di sorveglianza speciale per presunti legami con la ‘ndrangheta ed all’obbligo di soggiorno per 3 anni nel Comune di Tortona.

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