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“Libera” ad Acqui, per la legalità – avviata l’attività del presidio locale

Nel corso del mese di maggio si sono tenuti diversi incontri tra un gruppo di giovani acquesi, accompagnati da qualche adulto, e il referente per la provincia di Alessandria di Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie. La sfida proposta  era quella di creare anche, anche ad Acqui, un presidio di Libera,  aggiungendo un altro nodo alla rete che in Italia si occupa di lotta alle mafie da quasi venti anni, dopo il convegno sulla pace organizzato ad Acqui nello scorso gennaio con la partecipazione di Pino Masciari. La sfida è stata favorevolmente accolta dal gruppo, composto da appartenenti alle associazioni che ad Acqui fanno parte di Libera (Agesci, Azione Cattolica, Equazione, Cittadinanzattiva), e da altri giovani sensibili al fenomeno mafioso e alla sua crescente diffusione al nord. Il primo impegno del presidio è quello di informarsi e formarsi, così da poter poi formare altri ed essere un nodo vivo e attivo nella rete nazionale. Il presidio nasce con un piccolo numero di fondatori, ma con la speranza che sempre più acquesi aderiscano a Libera e intraprendano questo cammino di legalità. Nel mese di maggio si è tenuta ad Acqui l’assemblea provinciale di “Libera” con l’intervento del referente Carlo Piccini. Una rappresentanza di giovani dell’Acquese (nella foto) si è recata Sabato 8 giugno a Torino, presso L’Officina delle E, dove è stato “battezzato” il presidio dedicato a Stefano Saetta di Acqui Terme, congiuntamente al presidio Antonio Landieri di Ovada e il presidio Nunziante Scibelli di Valenza, per la provincia di Alessandria.
Il “battesimo” è avvenuto al termine dell’assemblea regionale annuale, durante la quale è stata rieletta all’unanimità come referente regionale Maria Josè Fava ed è stato presentato un bilancio delle attività svolte da Libera nel corso di quest’anno. La presidente ha condiviso il suo resoconto sull’operato di Libera ponendo l’attenzione su una data in particolare: l’8 giugno 2011,  data dell’inizio del processo Minotauro, nato dalla maxi-inchiesta sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte e sui suoi tentativi di condizionare la vita politica nel torinese. Questo processo, in cui Libera si è costituita parte civile, ha evidenziato quanto la mafia sia presente sul territorio regionale e quanto siano necessarie sempre più misure preventive per rilevare e combattere i fenomeni mafiosi.
Una grande soddisfazione per Libera è dovuta all’apertura, avvenuta il 13 maggio 2013, del Bar Italia Libera a Torino; precedentemente luogo di ritrovo per esponenti della ‘ndrangheta e oggi segno importante della lotta alla mafia, voluta soprattutto dalla magistratura, che ha affidato il bar a Libera, benché il bene sia sottoposto a sequestro e non definitivamente confiscato.
A conclusione dell’assemblea sono stati presentati i neo-presidi delle province di Alessandria, Novara e Verbania; ogni presidio riveste un ruolo fondamentale per la rete di Libera, come punto di connessione con il territorio e le associazioni locali.
Il presidio di Acqui Terme è stato dedicato a Stefano Saetta, figlio del giudice Antonino Saetta, che rivestì il suo primo incarico presso il tribunale di Acqui Terme, dove nacquero due dei suoi tre figli.
Stefano e Antonino Saetta sono stati brutalmente assassinati il 25 Settembre 1988, perché il giudice Saetta, nei mesi antecedenti, aveva presieduto un importante processo di mafia.
Tutte le vittime innocenti non vanno ricordate come persone che si trovarono nel posto sbagliato al momento sbagliato: non c’è nulla di sbagliato, di sbagliato c’è solo la mafia.

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