Libera Alessandria Rotating Header Image

SAPORE E’ SAPERE: IN VIAGGIO PER I BENI CONFISCATI

Il cibo non è mai solo l’oggetto, il nutrimento, quello che mangiamo, ma molto di più. Il cibo porta con se cultura, sapere, è un mezzo di comunicazione immediata e genuina, uno strumento di conoscenza. Noi siamo quello che mangiamo, i cibi che scegliamo parlano di noi, e delle nostre storie.

Questa dimensione narrativa, culturale intrinseca nel cibo, emerge in modo chiarissimo dai prodotti di Libera Terra, dai prodotti coltivati sui terreni confiscati ai mafiosi grazie alla legge 109/1996, fortemente voluta da Libera. Te lo raccontano, la pasta, il miele, il vino: che sono stati prodotti nel contesto di un economia legale e giusta, grazie alla quale si concretizza il diritto al lavoro di tanti giovani, su quei terreni che prima appartenevano ai mafiosi. Così le mafie si battono due volte: perché i loro terreni sono ora riutilizzati a fini sociali, e perché quegli stessi ragazzi che per bisogno avrebbero chiesto favori ai boss di turno, ora possono esercitare i propri diritti.

E’ stato questo il punto di partenza dell’incontro svoltosi lo scorso venerdì, 17 maggio, nell’ambito del ciclo di incontri “Del mangiare”, organizzato dal Museo Civico e dalla Biblioteca di Casale Monferrato. La serata, progettata dal presidio Totò Speranza e con la partecipazione di Valeria Pezzotti ed Enzo Cascini, da Cascina Caccia, era dedicata alla presentazione dei prodotti di Libera Terra, all’informazione sulla realtà delle cooperative e dei beni confiscati.

I ragazzi del presidio hanno raccontato, ad un pubblico attento ed interessato, come nasce l’idea della confisca dei beni ai mafiosi, prima con la legge Rognoni-La Torre del 1982, e poi soprattutto con la legge 109 del 1996, legge di iniziativa popolare per la quale si è raccolto un milione di firme, da parte del mondo dell’antimafia sociale, e che prevede, oltre alla confisca, il riutilizzo a fini sociali dei terreni e degli immobili. E’ così che sono nate le cooperative, diffuse in tutto il sud Italia: dalle “Terre di Puglia”, alle cooperative siciliane come la “Placido Rizzotto” o la “Piola Torre”, fino alla cooperativa “Le Terre di Don Peppe Diana”, una delle ultime nate, che produce le mozzarelle di bufala. Abbiamo viaggiato per l’Italia, di terra in terra, per raccontarne le storie e il valore. Storie di mafia e antimafia, di Camorra, Cosa Nostra, Sacra Corona Unita.

E poi ‘ndrangheta; certo, non può mancare. Ce ne parlano Valeria Pezzotti ed Enzo Cascini, attivisti dell’associazione Acmos di Torino, che da un anno hanno scelto di abitare un bene confiscato alla ‘ndrangheta. Che in questo caso è molto più vicino a noi, il viaggio prosegue verso nord, siamo a Torino, Piemonte. Anzi, per l’esattezza a San Sebastiano da Po, dove si trova Cascina Caccia, una villa con terreni annessi confiscata alla famiglia ‘ndranghetista dei Belfiore, più precisamente a Salvatore Belfiore. Domenico, il fratello, è il responsabile dell’omicidio di Bruno Caccia, procuratore capo della Procura di Torino. Bruno Caccia fu ucciso nel 1983, la confisca dell’immobile avviene nel 1999, ma solo nel 2005 il bene viene destinato al riutilizzo sociale, e le sue porte di aprono effettivamente alla cittadinanza il 17 maggio 2007. Esattamente 6 anni prima dell’incontro di venerdì sera, che è stata quindi anche l’occasione per festeggiare questi anni vita del bene confiscato, in cui oggi si portano avanti percorsi educativi, si incontrano le scuole, si scambiano vestiti, si produce l’unico prodotto alimentare del paniere di Libera Terra che proviene dal nord Italia: il miele di Cascina Caccia, che gli ospiti della serata hanno potuto assaggiare insieme alle friselle, ai taralli e al vino di Libera Terra, nel rinfresco seguito all’incontro.

“Il percorso per arrivare fino a qui è stato di certo lungo e difficile”, concludono raccontano i ragazzi di Acmos, “perché i Belfiore erano considerati da molti abitanti di San Sebastiano, come dei signori rispettabili”. Eppure oggi quella Cascina è la casa di Enzo e Valeria. Ed è  casa per coloro che si impegnano nella lotta contro la mafia: proprio il week end appena trascorso i referenti dei moltissimi presidi della rete di Libera Piemonte, tra cui anche quello di Casale, si sono riuniti a Cascina Caccia per progettare i passi futuri e rinnovare il proprio impegno.

0 Comments on “SAPORE E’ SAPERE: IN VIAGGIO PER I BENI CONFISCATI”

Leave a Comment