Libera Alessandria Rotating Header Image

22 giugno 2011 COMUNICATO STAMPA

19 ordinanze di custodia cautelare nell’operazione ‘Maglio’, condotta ieri dai carabinieri del Ros per decapitare una ‘locale’ di ‘ndrangheta autoctona del basso Piemonte (la ‘locale’ è un gruppo criminale strutturato su un proprio territorio di influenza, in genere composto da circa 40 affiliati). Di questi, sette sono gli arrestati tra Alessandria, Bosco Marengo, Pozzolo Formigaro e Sale. Uno di loro è il consigliere comunale di Alessandria, eletto con il PDL, Giuseppe Caridi. Certo bisognerà aspettare gli esiti dei procedimenti, ma già da quanto emerso si comprende come, da oggi in poi, nessuno potrà più sostenere che le mafie ad Alessandria e provincia non esistono, o che al massimo si tratta di singoli affiliati non organizzati. La ‘ndrangheta c’è ed ora sappiamo anche dov’è e come è strutturata (società maggiore a Novi Ligure, società minore ad Alba, capo società a Bosco Marengo, riti di affiliazione, nomi di affiliati, doti, liste). Nessuno ora potrà più sottovalutare il fenomeno o magari derubricare questi riti di affiliazione come innocenti fenomeni di folklore meridionale, come si potrebbe anche fare con una gran dose di malafede.

 Tuttavia, come per l’operazione ‘Minotauro’ dello scorso 8 giugno a Torino, i fatti sono gravissimi e probabilmente porteranno ad altri sviluppi. Ma è ora più che mai indispensabile, anche per gli stessi politici, prendere le distanze da qualsiasi polemica intra-filo-partitica. Questa sarebbe una grandissima ingenuità. In questo momento bisogna piuttosto riportare al centro dell’attenzione di tutti, l’analisi sul significato dirompente che questa operazione rappresenta per Alessandria e per il basso Piemonte.

Oggi leggiamo dichiarazioni dove si citano i percorsi di educazione alla legalità che Libera propone nelle scuole di tutta la provincia e del capoluogo. Speriamo davvero che, al di là della sensibilità del momento, finalmente si comprendano meglio le ragioni di questo impegno sociale antimafia qui al Nord.

Libera appartiene ad un settore ben organizzato della società responsabile, attento, formato e quindi poco stupito dagli esiti dell’inchiesta. È dalla sua nascita nel 2008, che la rete di Libera Alessandria (oggi sono 26 tra scuole, associazioni, cooperative e gruppi aderenti, oltre a circa 160 soci individuali) non ha mai smesso un solo momento di ripetere alla società, ai media, alla politica ed anche a se stessa, quanto alto sia il rischio di infiltrazione mafiosa nel tessuto sano e produttivo del nostro territorio. In queste ultime settimane, con il progetto “Uniamo la Provincia” (una corsa a tappe di oltre 1000 chilometri, attraverso tutti i comuni della provincia), Libera Alessandria ha consegnato alle 190 Amministrazioni Comunali della provincia un messaggio in cui si ricorda appunto che “le mafie sono vicine”, al Nord oggi più che mai.

La conclusione di questo progetto avverrà domenica 26 giugno alle ore 12.00, davanti a Palazzo Rosso. Sarà una conclusione volutamente senza bandiere, in cui i podisti di Libera consegneranno anche agli amministratori del Comune di Alessandria il messaggio di legalità già consegnato nelle scorse settimane agli altri sindaci della nostra provincia. Un messaggio di legalità che, oltre a rivelarsi premonitore alla luce dei fatti, possa richiamare quella sana “pedata di Dio” citata da Luigi Ciotti. Una sana pedata che serva a spronare cittadini, società civile e politica, nel rifiutare, denunciare e condannare, senza alcuna esitazione, le mafie in tutte le loro forme, assumendosi ciascuno la propria parte di corresponsabilità nel contrastare la sottovalutazione del problema e la cultura della delega, affiancando e sostenendo l’indispensabile azione delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, a cui va tutto il nostro apprezzamento per l’importante operazione antimafia condotta ieri nella nostra città.

 per il Presidio A.Pace di Alessandria  Bruno Nosenzo 

per il Coordinamento Provinciale  Carlo Piccini

———————————————————————————————- 

«La mafia ormai sta nelle maggiori città italiane dove ha fato grossi investimenti edilizi, o commerciali e magari industriali. Vede, a me interessa conoscere questa “accumulazione primitiva” del capitale mafioso, questa fase di riciclaggio del denaro sporco, queste lire rubate, estorte che architetti o grafici di chiara fama hanno trasformato in case moderne o alberghi e ristoranti a la page. Ma mi interessa ancora di più la rete mafiosa di controllo, che grazie a quelle case, a quelle imprese, a quei commerci magari passati a mani insospettabili, corrette, sta nei punti chiave, assicura i rifugi, procura le vie di riciclaggio, controlla il potere». Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (10 agosto 1982).

Scarica documento in formato

0 Comments on “22 giugno 2011 COMUNICATO STAMPA”

Leave a Comment