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Libera contro le infiltrazioni mafiose nell’Alessandrino

Stefano Summa (dialessandria.it)

Operazione Triangolo, Alchemia, Arka di Noè. Questi i nomi delle tre inchieste che, nell’ultimo biennio, hanno lambito la provincia di Alessandria, tirando in ballo la presenza oscura e pericolosa della ‘ndrangheta. Un’infiltrazione accertata in precedenza in sede giudiziale. Secondo le ipotesi degli inquirenti, le mani delle “mafie del nord” si sarebbero allargate nuovamente nel nostro territorio, con ipotesi di reato come traffico illecito di rifiuti, corruzione, intestazione fittizia di beni e società, concussione e turbativa d’asta. Accuse pesanti che hanno coinvolto anche il settore del movimento terra e i cantieri del Terzo Valico.

Carlo Piccini #2Di fronte a ciò, all’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura è complementare il lavoro della società civile nel sensibilizzare alla penetrazione della criminalità organizzata. Ne fa la principale ragione d’esistere Libera, come la definisce il suo referente provinciale Carlo Piccini, “un’associazione di associazioni, diverse per vocazione e missione, con gli obiettivi comuni dell’antimafia sociale e della legalità democratica”. Presente nell’Alessandrino dal 2008, il consorzio ha portato avanti nell’anno appena concluso progetti di largo respiro sul contrasto al gioco d’azzardo patologico (“che ci interessa per le conseguenze legate ai fenomeni di sovraindebitamento, usura ed estorsione”). Inoltre, ha potuto finalmente recuperare Cascina Saetta, il primo bene confiscato in provincia.

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