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Conclusa con successo la campagna di Natale a favore di Cascina Saetta: grazie a tutti!

logo libera terraSi è conclusa con un successo la raccolta fondi di Natale di Libera Alessandria e Associazione Parcival che, per il secondo anno, ha visto la città di Tortona al centro della campagna di promozione dei prodotti di Libera Terra a favore dei progetti di riuso dei beni confiscati alle mafie in Piemonte, in particolare per Cascina Saetta, dove proprio Parcival ha proposto al Comune di Bosco Marengo, alla fine del 2012, un nuovo progetto di riuso.
 Un ringraziamento speciale ai ragazzi dell’Agesci di Tortona, senza il cui aiuto determinante questa iniziativa non si sarebbe potuta realizzare.
 Dobbiamo inoltre ringraziare Libera Piemonte per aver devoluto anche i fondi raccolti nella cena di Natale 2013 al progetto di riuso del bene di Bosco Marengo. Qui l’articolo e il video dell’iniziativa:
 https://liberapiemonte.it/2013/12/19/cena-di-natale-di-libera-piemonte/
 Abbiamo però chiesto a Maria Josè di mantenere per il momento questi fondi a disposizione del Comitato Beni Confiscati in quanto la situazione del bene di Bosco appare tuttora controversa, con il Comune che, per una serie incredibile di imprevisti, in un anno non è ancora riuscito a concudere i lavori edili preliminari di sua competenza.
 
 La storia di Cascina Saetta, assegnata nel 2010 al Comune di Bosco Marengo, in Provincia di Alessandria, assomiglia sempre di più in modo impressionante alla storia di tanti altri beni confiscati al sud Italia, dove il fenomeno mafioso è certamente più endemico ed il controllo del territorio da parte mafiosa è certamente più pervicace: le mafie, laggiù come qui da noi, tentano di ostacolare in ogni modo il riuso dei beni confiscati, facendo di tutto per danneggiarli e, se possibile, renderli inservibili.
 E anche quella di Bosco è una piccola grande guerra di Liberazione, fatta di vittorie e di sconfitte: piccola perchè quello che resta del bene è davvero poca cosa (a  9 anni dalla confisca risulta ormai quasi totalmente demolito, da più fattori, climatici e non), ma grande per il significato simbolico che ricopre il primo bene confiscato in Provincia di Alessandria, ubicato a meno di 2 km dalla residenza dal soggetto condannato in appello, nel processo “Albachiara”, come capo della “locale” della ‘ndrangheta del Basso Piemonte, con “giurisdizione” da Alba a Novi Ligure.
 In ogni caso quello di Bosco è un conflitto che abbiamo deciso di abitare fino in fondo, per sgretolare quel grumo di paure, burocrazie e scarsa motivazione politica che impediscono, ormai dal 2005, di venire a capo dei nodi ancora da sciogliere di questa ordinaria storia di mafie al nord.
L’Italia sana ed onesta, con la vicenda del bene confiscato di Bosco Marengo, per tutto il primo tempo ha certamente patito dei sonori autogol. Ma la partita è ancora aperta.
C’è ancora tutto il secondo tempo da giocare e la squadra dei “nostri”, con le nuove forze in campo, è pronta e motivata a fare tutto il possibile per ribaltare il risultato.
Con l’aiuto di tutti, come questo Natale ci ha dimostrato, ce la potremo certamente fare.

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