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Festa della Liberazione 2012

RESISTERE SIGNIFICA ESISTERE

Dopo l’indimenticabile esperienza di “Uniamola Provincia” del 2011, la corsa di Libera, con UISP e ANPI, quest’anno unisce la memoria di due luoghi simbolo della nostra Provincia: il Sacrario dei Martiri della Benedicta (Capanne di Marcarolo) conla Steleai Caduti della Pinan Cichero Pertuso).

Siamo tornati in questi luoghi, tra questi monti, per ricordare e ricordarci ancora una volta questo ideale passaggio di testimone tra la cultura antifascista e la lotta per la legalità, la “nuova Resistenza” che il Paese sta affrontando attraverso enti, associazioni, cittadini che credono nella continuità storica e civile tra antifascismo e legalità democratica. Per aiutare soprattutto i giovani a diventare “nuovi partigiani”, per i quali valgano l’importanza della memoria e dell’impegno sui fronti delle “nuove resistenze”, come quella alle mafie ed alla corruzione. E noi, oggi più che mai, ripensiamo al forte richiamo che il Presidente di Libera, Luigi Ciotti, il 25 aprile del 2011 ci indirizzava a gran voce dal palco di Casa Cervi a Gattatico, Reggio Emilia:

 “Voglio cari amici, lasciarvi con le parole che quella mamma ripetè alla figlia prima di partire per la fucilazione da parte dei nazifascisti: studia, studia, studia! È la cultura la nostra rivoluzione. Non assecondiamo questa storia deviata, ricordatevi sempre che resistere significa esistere. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Resistere significa esistere! Il vero pericolo della mafia non sono quei quattro scagnozzi dall’aria cattiva: quelli valgono poco e niente. Siamo noi il vero problema. Ricordate: loro sono morti, perché noi non siamo stati abbastanza vivi.”

La Resistenza al nazifascismo di ieri e quella contro le mafie di oggi, al Nord come al Sud. “Mafia: la malattia di casa nostra”. Dobbiamo riscoprire cosa significa “resistere” ad un sistema che trasforma i diritti in privilegi, soffocando i principi democratici che fanno delle regole “il potere dei senza potere”, come spesso spiega anche Giancarlo Caselli.

Un ringraziamento speciale all’amico Fiorenzo, che si è speso per organizzare questa giornata, ma soprattutto a tutti coloro che hanno accettato questo invito ad “unire le memorie”. Un invito che oggi noi accogliamo anche nel segno delle parole di Gramsci, quando spiega che “vivere significa essere partigiani”, cioè non essere mai indifferenti a quanto accade intorno a noi.

“Loro sono morti perché noi non siamo stati abbastanza vivi”. Facciamo del nostro meglio perché tutto ciò non debba più accadere.

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